da Apri Insime n° 2 aprile 2013 – editoriale

In occasione dell’assemblea soci del Gruppo (in cui abbiamo condiviso la gioia dei 50 insieme di Giulio e Deanna) è stato distribuito il nuovo numero del nostro bel giornalino. Se non eravate presenti all’assemblea il prezioso foglio vi arriverà direttamente nella buchetta della posta, intanto però vi riportiamo qui l’editoriale di Giuseppe De Carlo …

La famiglia “sotterfugi”
Nelle narrazioni bibliche che hanno come protagonisti i patriarchi c’è un furbetto: si tratta di Giacobbe. Egli è il furbo, l’astuto, l’opportunista, il disonesto. E tuttavia i testi biblici lo dipingono il protetto di Dio. Viene dunque da chiedersi se Dio possa mai proteggere i disonesti.
Giacobbe fu disonesto quando approfittò della fame da lupo del fratello maggiore Esaù, per derubargli la primogenitura. E lo fece con poca spesa: con un piatto di lenticchie. Ma Giacobbe non si accontentò di ingannare il fratello perché, sempre a spese di lui, ingannò anche il padre con uno scambio di persona nel quale fu complice anche la madre: una famiglia, quella di Giacobbe, tutta coinvolta nei disgustosi giochi dell’inganno, o come parte attiva o come controparte passiva. La madre lo rivestì di pelli animali perché il padre di lui, ormai totalmente cieco, palpandolo, potesse identificare in lui il fratello, al quale doveva concedere la benedizione paterna e l’eredità.
Ebbe un bel dire il padre Isacco che la pelle era la pelle di Esaù, ma che la voce era la voce di Giacobbe; finì che lo benedisse. Ma la storia di Giacobbe non finisce così, perché la vita (o la Provvidenza?) lo sottopose alla legge del contrappasso. L’arameo Làbano era anche lui un furbo e lo ripagò alla grande. quando Giacobbe, innamorato di Rachele, sua figlia: per averla come sposa promise a Làbano sette anni di lavoro, e come promesso, lavorò sette anni che «gli sembrarono pochi giorni, tanto era il suo amore per lei». Ma la figlia che Làbano gli fece entrare nella notte delle nozze non fu Rachele, bensì Lia, la sorella maggiore, che non piaceva a Giacobbe, per via degli occhi smorti. Questi scoprì la sostituzione di persona e aggredì il suocero gridandogli: «Perché mi hai ingannato?». La risposta fu: «Dalle nostre parti non si dà in sposa la figlia più piccola, prima della primogenita». Giacobbe ebbe due mogli invece che una, ma dovette lavorare altri sette anni per avere quella che amava.

Giuseppe De Carlo

 

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